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Quando mi “sono ritrovata in casa” il mio primo cane, un Husky, appunto, negli anni ’80, la razza era di moda. Alle esposizioni si trovavano regolarmente centinaia di esemplari. I loro conduttori erano per lo più allevatori, ma, a cercare bene, si poteva scambiare quattro parole anche con privati Appassionati come me pensavo… Ed invece, col passare degli anni, mi sono resa conto che, magari erano pure appassionati, ma le uniche cose che sapevano raccontare del loro amico riguardavano le fughe sventate o le galline uccise… È vero, quella che ho scelto è una razza rinomata per la sua indipendenza e schiva nei confronti dell’uomo, ma quello che più mi fa imbestialire è che l’uomo stesso si siede su questi assunti e non fa niente per cambiare, almeno in parte, le cose. Tutte le volte che, chiacchierando con qualcuno, mi capita di parlare di cani e dire che la mia compagna è un Husky, cioè praticamente sempre e con tutti, mi sento rivolgere la stessa fatidica domanda: “ma non sono zucconi”? “dicono sempre che sono così stupidi…Non fanno altro che scappare, scavare buche, inseguire altri animali ed ululare!” Mamma mia che rabbia!!! Ma tutto quello che ricordate di 15 anni di convivenza con il vostro cane, tutto quello che raccontate di lui è che scappa, che è indipendente e stupido?!? Anch’io ho avuto problemi, non crediate… Anche la mia dolcissima, ma pure “birichina”, amica, tutte le volte che sentiva il suo nome scappava sempre più lontano… Il punto, però, è che non lo faceva per farmi un dispetto, o perché non capiva cosa volevo… Anzi, lo capiva fin troppo bene! Sapeva che dopo una corsa al parco, quando la chiamavo, era per tornare a casa… E cercava di evitarlo! Sappiamo bene che sono cani indipendenti, ed il suo scappare, in realtà, è soltanto dovuto al suo “raggio d’azione” ed al suo concetto di territorio, ben più ampi rispetto ad altri cani, alla sua voglia di correre ed esplorare. Vuoi mai che sia intelligente? Beh, io non mi sono arresa, non le ho dato della stupida e non ho lasciato perdere! Ho cercato di costruire un rapporto di fiducia con lei, ho cercato di educarla a fare quello che già tutti i cani in natura fanno anche quando le veniva esplicitamente richiesto, ho sfruttato le sue qualità ed i suoi modi di fare per capirla e comunicare. Un Husky non va costretto, ma invitato! Se si fida di te e tu riesci ad invogliarlo, incuriosirlo, fare in modo che si fidi di te, farà quasi tutto! È ovvio, dovrai sempre gratificarlo… non con giochi o carezze, magari, ma con cibo… Non potrai pretendere di riuscire sempre a bloccarlo se parte dietro la scia di un animale… Non potrai cercare di fargli ripetere 10 volte un esercizio quando alla terza già si sta annoiando… Ma puoi riuscire benissimo ad educarlo a rispondere ai tuoi richiami, ai tuoi desideri, a tenere un comportamento corretto e portarlo ovunque… in parole povere… a comunicarci e viverci meglio! Il risultato è, allora, un cane che vive bene, soprattutto nella relazione con il “suo” uomo, e, di conseguenza, di un uomo che vive bene con il “suo” cane, in un rapporto di reciproca comprensione e collaborazione per raggiungere lo scopo finale tanto agognato: una serena, felice e stimolante vita a sei zampe! Se si riesce ad ottenere l’attenzione del cane, la sua fiducia, se si riesce ad essere per lui interessante, non ci sarà nulla che non si possa affrontare insieme! E, come direbbe qualcuno, se ci si può riuscire con uno stupido Husky… A parte tutto, oggi l’uomo tende spesso ad umanizzare il cane, non riuscendo a comunicare e trasmettendo le scorrette regole di convivenza. Così, però, si arriva solo alla disperazione dei proprietari ed ai problemi comportamentali del cane. Risultato? Cani malgestiti, abbandonati, maltrattati, ignorati… Incompresi! E padroni infelici, stressati, inconsapevoli, magari anche feriti… Falliti! Educazione, dunque! Per loro, ma anche e soprattutto, per noi! Per il binomio!!! Un cane ben educato non crea problemi al proprio compagno umano, ma è proprio l’uomo il primo che deve avere voglia di educarlo, e, soprattutto, deve impegnarsi per capire come farlo!!! La relazione che instauriamo deve permetterci di crescere insieme, e siamo noi, “esseri intelligenti per eccellenza”, a dover gettare le basi per la nascita e la crescita di tale relazione, senza pretendere, stupidamente, che il cane ci ascolti solo perché lo abbiamo profumatamente pagato o salvato dal triste canile. Dobbiamo renderci conto, infatti, che, come poi anche per l’uomo, così come è importante prendersi cura della salute fisica dei nostri amici, è altrettanto importante prendersi cura della loro salute mentale e del loro benessere psicologico, e, questo, anche e soprattutto con la prevenzione, e, dunque, attraverso una seppur minima educazione. L’aspetto fisico e quello psicologico sono indivisibili: quando un animale sta male fisicamente, anche il suo umore, e, di conseguenza, il suo comportamento, ne risentono. Ma è valido anche il contrario. Per questo è importante che la cura del nostro amico comprenda, non solo l’aspetto fisico del cane, ma pure quello psicologico. In fondo sappiamo bene che vivere con un animale che ha dei problemi è estremamente difficile, sia nel caso di problemi fisici, ma, ancor più, nel caso di problemi comportamentali. E allora perché rischiare che insorgano?!? Come ci siamo presi l’impegno di vaccinare regolarmente il cane per evitare l’insorgenza di malattie, prendiamoci anche quello di capirlo e comunicare, di creare un rapporto solido ed armonioso, impegniamoci ad educarlo, per evitare l’insorgenza di incomprensioni e problemi comportamentali, fastidiosi per noi e deleteri per loro.
Silvia
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